IL FAR-WEST DEL DIRITTO INTERNAZIONALE


Di Emilio Gerardis

La notte tra il 23 e il 24 Febbraio segnerà quasi inevitabilmente la fine del sistema geopolitico e di diritto internazionale che dal 1945, e in particolare nel periodo successivo alla caduta del muro di Berlino nell'89, ha dominato nella comunità degli Stati. Per la prima volta dal 1945, infatti, in totale spregio dell'art. 2 c. 4 della Carta delle Nazioni Unite (divieto della minaccia e dell'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di un qualsiasi stato), una potenza nucleare ha invaso militarmente, con un attacco su larga scala ed anche con truppe di fanteria, un paese europeo indipendente e sovrano, spostando così inesorabilmente indietro le lancette della storia di quasi un secolo. Il diritto e la diplomazia hanno lasciato inesorabilmente il posto alle armi e alla forza bruta, evidenziando la totale inutilità della maggior parte delle norme e delle organizzazioni di Diritto Internazionale.

Infatti, la domanda che più di tutte, da due mesi a questa parte, frulla nella mia testa è questa: in tutto questo dov'è finita l'ONU? Questa organizzazione nasce proprio per evitare che esperienze drammatiche come quelle della Prima e Seconda Guerra mondiale possano ripetersi in futuro, ma all'alba della più grave crisi geopolitica dalla sua nascita stenta ad assumere un qualsiasi ruolo di rilievo nel conflitto. Infatti, già nei mesi precedente all'invasione, nei quali la Russia ha ammassato decine di migliaia di soldati ed armamenti al confine ucraino, sono stati molteplici i soggetti internazionali che si sono mossi per tentare di addivenire ad una soluzione diplomatica, tra i quali numerosi capi di stato e di governo provenienti da ogni parte del mondo, ma tra questi le Nazioni Unite sono sembrate, già in tale fase, quasi totalmente assenti. Ma le maggiori carenze sono emerse nei momenti successivi all'invasione, dove le Nazioni Unite sono sembrate completamente immobili ed impotenti davanti a palesi violazioni del Diritto Internazionale e dei Diritti Umani.

Ma qual è il motivo di tale immobilismo? Le risposte da dare a questa domanda possono essere molteplici, in primo luogo quella dell'incapacità e della carenza di leadership dei rappresentati delle Nazioni Unite, emblematici in tal senso sono stati i bombardamenti di qualche giorno fa su Kiev mentre Antonio Guterress (Segretario Generale ONU) si trovava nella città per tentare una conciliazione tra le parti.

A mio avviso, però, oltre ciò c'è anche una grave lacuna strutturale e inerente al diritto all'interno dell'ONU. Questa Organizzazione, infatti, è composta principalmente da tre organi l'Assemblea Generale, il Segretario Generale e il Consiglio di Sicurezza. Quest'ultimo è quello designato a garantire la pace e la sicurezza tra gli Stati Membri e tra le sue facoltà c'è quella di autorizzare ed organizzare interventi, anche con l'utilizzo della forza, al fine di mantenere lo status quo e la pace nella comunità internazionale.

Ma allora per quale motivo non interviene nel conflitto ucraino? La risposta si può rintracciare nelle norme che disciplinano il funzionamento del Consiglio di Sicurezza, quest'ultimo, infatti, per potere prendere questi provvedimenti ha bisogno che nessuno dei 5 membri permanenti (USA, Russia, UK, Francia, Cina) si opponga utilizzando il famoso Diritto di Veto.

Questo vincolo fa si che il potere delle Nazioni Unite possa esercitarsi unicamente nei conflitti in cui nessuno di questi 5 paesi sia coinvolto in maniera diretta o indiretta. Ciò di fatto ha reso inutili le Nazioni Unite in tutti i macro-conflitti, facendo così venire meno quella che era la sua ipotetica funzione primaria, vale a dire evitare la possibile riproposizione di guerre di portata globale.

Perché allora non possiamo semplicemente modificare i trattati ed eliminare il delitto di veto? L'unico ostacolo da superare potrebbe essere il desiderio di potere dei membri permanenti? Beh non è tutto così semplice.

Per comprendere un po' meglio il fondamento di questa difficoltà di riforma, mi sia concesso un parallelismo con le modalità di funzionamento del diritto all'interno dei vari Stati. Nella maggior parte degli ordinamenti democratici (ma non solo) il popolo stabilisce una serie di regole di convivenza e per farle rispettare concede allo Stato il potere di utilizzare la forza (potere coercitivo) per vincere la resistenza di coloro i quali non rispettano tali regole.

Ad esempio, si può semplicisticamente dire che se viene stabilita la regola per la quale è vietato rubare gli oggetti altrui, e Tizio non la rispetta e ruba, allora le Forze dell'Ordine lo possono, utilizzando forza, prelevare e condurre in un tribunale per subire un processo ed in caso di condanna, sempre con l'utilizzo della forza, possono costringerlo a subire una pena. Ma questo sistema funziona unicamente fintanto che la polizia sia più "forte" e meglio armata del singolo cittadino. Se il consociato ruba ma la polizia non ha la forza per poter vincere la sua resistenza allora in diritto non potrà mai essere rispettato e più che di uno ordinamento si dovrebbe parlare di Far West, dove l'unica legge che vige è quella del più forte.

Stesso concetto può proporsi per le Nazioni ed il Diritto Internazionale. I 193 membri delle Nazioni Unite sono concordi nel regolare i loro rapporti attraverso delle norme e decidono, per farle rispettare, di delegare l'utilizzo del potere coercitivo alle Nazioni Unite. Se il Burkina Faso viola tali regole ed invade uno stato limitrofo, uccidendo e stuprando donne e bambini, allora il Consiglio di Sicurezza può adottare una risoluzione ed intervenire per ristabilire l'ordine. Ma se questa violazione la commettono gli Usa, la Russia o la Cina chi è che può intervenire nel conflitto? Chi è che si assume il rischio di provocare una guerra nucleare e la conseguente estinzione dell'umanità? Nessuno. Ed è per questo motivo è stato creato il diritto di veto. Ma tutto ciò non porta alla creazione di un "ordinamento internazionale" bensì a quello che potremmo chiamare come "Far West internazionale".

A ciò va aggiunto che se ad oggi non si è ancora (e speriamo di non farlo mai) arrivati mai ad una Terza Guerra Mondiale, non è dipeso dall'abilità della Comunità Internazionale di dialogare e di giungere pacificamente alla risoluzione delle controversie attraverso l'ONU, bensì per il semplice fatto che nel caso di una guerra tra potenze nucleari ci sarebbe la pressoché certa estinzione della totalità della popolazione globale.

Quali possono dunque essere le soluzioni?

In primis si potrebbe decidere di utilizzare, in maniera decisamente più appropriata, l'altro grande potere, vale a dire quello delle sanzioni economiche e dell'isolamento internazionale, assunte, però, collettivamente (magari con maggioranze qualificate all'interno dell'Assemblea Generale, unico organo effettivamente rappresentativo di tutti i popoli ed a seguito di una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia) ed in maniera vincolante per tutte gli stati. Una prima soluzione, quindi, potrebbe essere adottata unicamente modificando le norme dei trattati al fine di rafforzare il ruolo dell'Assemblea, eliminando il diritto di veto e arrivando dunque ad una maggiore equità e democrazia della comunità internazionale. Ma come stiamo riscoprendo in questi ultimi mesi, sanzioni economiche ed isolamento da soli non riescono sempre ad evitare o bloccare le aggressioni e le violazioni dei diritti umani.

L'unica opzione realmente risolutiva, dunque, può essere quella di rafforzare enormemente il potere coercitivo delle Nazioni Unite, creando una stabile e potente forza militare capace di intervenire risolutivamente nei conflitti. Ma ancor prima, risulta essenziale la creazione di nuove regole sulla gestione delle armi nucleari, che preveda (oltra ad un auspicato disarmo) o una gestione diretta da parte delle Nazioni Unite o per lo meno l'introduzione di rappresentanti o delegati dell'ONU nella procedura di utilizzo delle testate.

Se tutto ciò non dovesse avvenire, l'umanità si troverà per sempre in completa balia del volere non soltanto di pochi stati, ma addirittura di pochissime persone, le quali avranno in mano, oltre che la vita di miliardi di persona addirittura la possibilità di mettere fine all'unica specie intelligente di cui, al momemento, si ha contezza nell'intero Universo.

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