L’AREA GRECANICA: IL POLO NORD DELL’UOMO DEL SUD
FORTUNATO TRIPODI. Un intimo viaggio nella culla della civiltà dei greci di Calabria.
Dicono che il vero viaggio inizi nella testa di chi lo pensa piuttosto che nel piede della gamba che muove il suo primo passo.
L' Area Grecanica è così. Si potrebbe esplorare da cima a fondo, passando per le chiese bizantine e le rocce dell'entroterra intrise di miti e leggenda, fino al punto più alto dell'Aspromonte; ma, per sentire davvero l'inizio del viaggio alla sua scoperta, non si può ignorare il luogo in cui tutto è cominciato e continua a vivere: la vallata dell'Amendolea.
Un greto secco fatto da una distesa di pietre bianche, ormai quasi asciutto, dissetato dalla potente vibrazione delle influenze dei popoli che ne solcarono le acque limpide e cristalline, un tempo navigabili. Il letto del fiume culla della civiltà dei Greci di Calabria.
Risalire il letto del torrente fino alla sua fonte è il primo vero passo di questo viaggio, la porta di accesso al cammino iniziatico per cominciare ad apprezzare in tutta la sua bellezza la Calabria Greca. Una volta percorsa per la prima volta e stabilita la connessione con essa, si diventa parte della sua magia. Da quel momento, anche trovandosi per caso di passaggio fra queste latitudini, il magnetico richiamo che queste terre esercitano sulla mente, come una calamita che attira a se con forza ciò che è in grado di comprenderla, apprezzarla, scoprirla con rispetto, sarà impossibile da ignorare.
Primo comandamento: l'Aspromonte non si visita una volta sola, si torna sempre. Il contrario è praticamente impossibile.
Alcuni saggi, scienziati e storici pensatori sostenevano che "il genio" risieda nei luoghi piuttosto che nell'uomo e, i luoghi che abbraccia la Calabria greca,confermano questa tesi.
È dai luoghi che la mente umana trae ispirazione e motivazione per le sue sfide, obiettivi e battaglie quotidiane, siano esse di natura filosofica, scientifica, artistica, spirituale o anche bellica.
Ebbene, non abbandonate i luoghi che avete già visitato. Tornateci, ritornateci, e ritornateci sempre, perché non potete mai sapere quale nuova magica ispirazione quel luogo, quel giorno, potrà mai darvi.

Queste sono le cavità interne delle Grotte della Lamia, alle porte del Parco. La foto è stata scattata durante uno dei tanti "ritorni" insieme al mio grande amico Pasquale. Non dico che le grotte ci abbiano regalato il tanto agognato "genio" di cui parlano storici e filosofi però, siamo partiti senza nulla e lì abbiamo trovato: un paio di bicchieri di vino; nuovi amici; torta di mele; buone chiacchiere ed animali felici. Se non è magia questa, non so cos'è!
Ecco, nel lungo e mai insaziabile desiderio di scoprire le terre Aspromontane sto imparando, attraverso la letteratura di Corrado Alvaro (e non solo), quanto sia importante il valore dell'accoglienza in questi posti di influenza greca. I tempi passano, le acque scavano, i muri crollano ma certe cose restano, rimangono, germogliano e ricrescono ancora.

Quando si pensa al cambiamento della società antica verso la civiltà moderna e alla nascita dei grandi centri abitati è inevitabile associare questo processo all'antropizzazione dei luoghi e del territorio: l'uomo che ispira la vocazione di un posto, ne condiziona il territorio, lo fa suo e lo rende un habitat a sua misura ed esigenza.
Percorrendo questi tratti di Aspromonte invece, la sensazione percepita è sempre totalmente opposta: è il territorio che fa suo l'uomo, condiziona l'essere umano, lo accoglie, lo abbraccia, lo ispira. Come un bozzolo che ingloba la crisalide dal quale poi, dopo la metamorfosi, uscirà una splendida farfalla: l'uomo con la consapevolezza di questa Terra che è per te madre, anche se qui non sei nato.
Un territorio che non sta a guardare inerme le azioni dell'uomo ma ne è protagonista, maestro, e si fa sentire, lo condiziona.

Percorrendo questi luoghi con l'animo predisposto all'ascolto degli stessi, ho percepito che in Aspromonte non è il territorio ad esser stato scenario di tradizioni e culture, bensì è l'uomo che qui è stato attirato per dargli vita. L'uomo e la sua arte sono lo scenario, il palcoscenico di questa magia, l'Aspromonte è la mano che la scrive.
Questo Monte ha deciso che non vi era altro posto giusto per far nascere tutto questo, se non qui. E questa è la miglior propaganda che un uomo possa fare per la propria terra: togliere la camicia ed andare ad amare i luoghi, scalzo e a mani nude.