"LA CARTA DI LORENZO": IL LAVORO DEVE ESSERE SICURO

07.05.2023
logo della Carta di Lorenzo su un locomotore elettrico dell'azienda belga Alpha Trains- messaggeroveneto.it
logo della Carta di Lorenzo su un locomotore elettrico dell'azienda belga Alpha Trains- messaggeroveneto.it

LUANA FOTI. Le morti di studenti durante l'alternanza scuola-lavoro rivelano la sete di sicurezza sul lavoro in Italia. 


Lorenzo Parelli, 18 anni, il 21 gennaio del 2022 è morto schiacciato da una barra d'acciaio di 150 chilogrammi il suo ultimo giorno di stage presso un'azienda metalmeccanica di Pavia di Udine. Era uno studente, arrivato a poche ore dalla conclusione del progetto formativo Alternanza Scuola-Lavoro. La sua storia ha aperto la celebrazione del primo maggio, il giorno dedicato al lavoro come diritto garantito dalla Costituzione e inteso come elemento fondante dell'identità nazionale. L'art. 1 della Costituzione infatti definisce l'Italia una Repubblica fondata sul lavoro.

Il termine lavoro deriva dal latino labor:"pena", "sforzo", "sofferenza", "fatica". Nel XII secolo poi, è stato affiancato dal termine operaius: "uomo di pena", che rinvia a due parole, opus: "opera" e operae: "impegni", "obbligazioni". Forse, quest'ultimo senso ha ispirato i costituenti nella stesura dell'art. 4. L'art. 4 identifica il lavoro non solo come diritto che deve essere riconosciuto a tutti i cittadini, ma anche come dovere di ogni cittadino, in nome del progresso materiale o spirituale della società.

Nello stesso articolo costituzionale, si dice che lo Stato deve impegnarsi a "promuovere le condizioni che lo rendono effettivo". La sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici sul luogo del lavoro non è una condizione essenziale per rendere effettivo e praticabile l'esercizio di tale diritto?

Dopo la morte di Lorenzo, la sua famiglia si è fatta promotrice della stesura di un documento, "La Carta di Lorenzo", che durante il Concertone a Roma è stato consegnato e fatto girare tra le mani delle migliaia di giovani presenti in piazza San Giovanni. È un documento che contiene i principi fondanti una cultura della sicurezza sul lavoro sia nel mondo produttivo che nel percorso formativo degli studenti.

ritratto di Lorenzo realizzato da Gianluca Costantin esposto alla mostra Vicino Lontano di Udine maggio 2022
ritratto di Lorenzo realizzato da Gianluca Costantin esposto alla mostra Vicino Lontano di Udine maggio 2022

L'obiettivo della carta manifesto è assicurarsi che la sicurezza delle persone- tanto i lavoratori e le lavoratrici quanto le studentesse e gli studenti coinvolti in percorsi di avviamento al lavoro- venga prioritizzata su qualsiasi altro interesse e garantita, protetta come una condizione primaria ed essenziale per svolgere qualunque attività lavorativa. Di fronte a tragedie (evitabili) come quelle che hanno fatto perdere la vita a Lorenzo, Giuliano, Giuseppe e decine di altri giovani, (18 dal 2017 al 2022) l'emotività suscitata dal momento spesso si trasforma nell'unico criterio rilevante usato da cittadini, commentatori e politici per giudicare negativamente l'utilità di determinate politiche pubbliche. È un errore gravissimo, un bias cognitivo che un efficiente sistema scolastico dovrebbe invece insegnare a combattere. Non si possono stabilire nessi causali tra due fenomeni sull'onda dell'emotività. La carta di Lorenzo, in tal senso, serve a questo. A far capire alla cittadinanza ma anche e soprattutto alle autorità pubbliche, che il problema non è il progetto di alternanza scuola-lavoro in sé. Semmai, potrebbe essere una scarsa educazione e quindi attenzione alla sicurezza delle persone che svolgono attività di lavoro. È vero che gli studenti che svolgono i progetti di Alternanza Scuola-lavoro non sono considerati lavoratori a tutti gli effetti. Lo sanno bene i genitori di Giuliano De Seta, 18 anni, ai quali è stato rifiutato il risarcimento per la sua morte avvenuta in una fabbrica in provincia di Venezia per colpa di una lastra pesante una tonnellata che lo ha schiacciato durante le ore di alternanza.

Ma le loro storie riflettono fedelmente una parte delle carenze pericolose che caratterizzano il sistema organizzativo del lavoro in Italia. Secondo la relazione sullo stato di salute della giustizia italiana presentato il 25 gennaio dal primo Presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio sotto gli occhi e le orecchie del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rispetto al 2021 sono aumentate di circa il 21% le morti bianche cioè le morti avvenute durante e a causa del lavoro svolto, 3 al giorno, più di mille complessivamente solo nell'ultimo anno.

Questo non vuol dire che il lavoro vada abolito. Ma serve pensarlo e renderlo un'attività umana sempre più sicura. "Qualunque attività dell'uomo può generare esternalità negative e benefici" scrive su Il Giorno la giornalista Elisa Serafini. Il nodo centrale sta nelle azioni intraprese per valutare con criteri logici l'impatto reale di tali esternalità e soprattutto ridurre ai minimi termini il rischio che si producano esternalità negative minacciose per la vita delle persone.


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