SPORT: STRUMENTO DI INCLUSIONE SOCIALE

IVAN MIRANDOLI. Lo sport è per tutti

Oggi più che mai il termine "inclusione" assume una rilevanza che anche solo pochi anni fa era irraggiungibile. Quando parliamo di inclusione ci riferiamo a quelle pratiche volte ad accettare chi da noi è diverso, ma non solo, anzi è molto più di questo. Infatti la semplice accettazione non basta a far sentire veramente incluse tutte quelle persone che per varie ragioni, tipo etniche o anche fisiche, non sono considerate nella "normalità".

Questo è un atteggiamento che non sempre gli individui tengono con malizia e cattiveria, ma semplicemente è un comportamento che manca di adeguata educazione a riguardo; educazione che deve avvenire necessariamente in età non ancora matura, proprio quando i bambini non sanno ancora cosa sia la normalità e la diversità.

Riprendendo il discorso su cosa sia effettivamente inclusione, possiamo dire semplicemente che per definirla basta guardare al significato stesso della parola, cioè includere gli individui all'interno di un gruppo come, nel caso più piccolo, le scuole o varie formazioni sociali, o, nel caso più grande, nella società.

Tra i vari soggetti per cui la società ha intrapreso un percorso di inclusione, non ancora interamente compiuto, vi sono ad esempio persone di diversa etnia o anche persone che hanno qualche tipo di disabilità fisica e mentale tale da rendere difficile il normale proseguimento della quotidianità sia da un punto di vista sociale che da un punto di vista pratico.

Spesso vengono confusi i termini "disabilità" e "handicap" quando, in realtà, la prima è una perdita di una o più abilità, quali l'udito, la vista, la salute mentale; la seconda è una conseguenza della prima, vale a dire uno svantaggio a livello sociale.

Obiettivo di una società inclusiva e, più nello specifico, della pedagogia sociale, è proprio quello di rimuovere gli ostacoli che rendono vivo lo svantaggio conseguente ad una menomazione attraverso vari strumenti. Primo tra questi è un'adeguata educazione nelle scuole alla quale seguono attività più pratiche come ad esempio la rimozione delle barriere architettoniche, ostacoli che contribuiscono ad una situazione di marginalità, disagio e senso di inadeguatezza caratteristico di individui non corrispondenti allo standard di normalità condiviso.